sabato 2 maggio 2015

La verde IRPINIA, il blogtour!

Benvenuti al blogtour dell'Iripinia, evento organizzato impeccabilmente da Giulia Murdocca per MG Logos e la Camera di Commercio di Avellino in vista dell'evento TuttoFood.it, presente a Milano dal 3 al 6 maggio 2015.
La prima tappa ci porta da Martella, antico ristorante (segnalato da Slow Food) nel cuore di Avellino, che ci accoglie con una serie di piatti e prodotti tipici iripini: antipasto misto con mozzarella e ricotta di bufala, gnocchi avellinesi al ragù con ricotta salata (pasta tipica gustosa e leggera fatta con acqua e farina, lavorata e stesa a mano), ravioli con ricotta di bufala e tartufo nero di Bagnoli, torta con crema di ricotta.
Riparte il viaggio e arriviamo a Montella, in un bosco incantato! E' il castagneto dell'azienda Perrotta la cui vocazione castanicola riflette la tradizione del territorio.
Ospitati presso l'azienda, ci hanno illustrato la lavorazione tradizionale delle castagne essiccate al fumo di legna sui caratteristici "gratali". Quindi abbiamo avuto il piacere di assaggiare le famose castagne del prete e anche una parte degli altri prodotti che la famiglia Perrotta produce con cura e con un occhio all'innovazione tecnologica, come la crema di castagne al cacao, la farina di castagne, i frollini alle castagne, le castagne al rum, le castagne cotte pronte da consumare (ne farò una scorta da portare il palestra) e tanti altri squisiti elaborati a base di castagne.
Di nuovo tutti a bordo, ammirando le verdi colline irpine, alla volta di Paternopoli. Ci attende la cena al ristorante Megaron. La calda ed elegante atmosfera della sala ci avvolge subito e l'aperitivo pronto per l'accoglienza, ci fa conoscere il Broccolo Aprilatico di Partenopoli (presidio Slow Food), un broccolo primaverile selezionato nei secoli dai contadini di Paternapoli. Poi tortini di borragine e tartufo, focaccia, piccoli fritti di pasta cresciuta, mousse di ricotta e altro ancora, tutto accompagnato con un ottimo Fiano di Avellino.
La cena prosegue sul "percorso del territorio" con: fusilli con broccolo aprilatico e pomodori secchi (incredibilmente buoni, incredibilmente faccio il bis), pagnottella del contadino con stracotto di vitello al Taurasi e per dessert una scomposizione di pasta sfoglia con crema e amarene.
L'inizo della seconda giornata è caratterizzata da una piacevole parentesi culturale con la visita del Castello Lancellotti, dimora di diverse Signorie che si sono succedute: i Principi del Principato di Salerno nel periodo longobardo; i Sanseverino Conti di Caserta nel periodo normanno; i del Balzo Condi di Avellino nel periodo svevo-angioino; gli Orsini Conti di Nola nel periodo aragonese; infine i Pignatelli e i Lancellotti.

E' quasi ora di pranzo e ci dirigiamo verso quello che sarà il pranzo più originale e sorprendente della mia vita! Un pranzo tutto a base di cipolla, dall'antipasto al dolce. Ma non una cipolla qualsiasi! La signora Cipolla Ramata di Montoro (per garantirne l'origine viene commercializzata con un unico Marchio Collettivo Geografico ed è inserita nell'arca delle biodiversità della fondazione Slow Food per la biodiversità onlus). Nell'azienda agricola Gaia ci attende Nicola Barbato che ci fa vedere e toccare con mano quella che è la coltivazione e la lavorazione della cipolla.

In questa azienda tutto è bio ed ecosostenibile, dalla coltivazione al packaging: la "GreenBox" è realizzata riciclando la carta proveniente dal macero campano e l'inchiosto è ottenuto dalle foglie di scarto delle cipolle stesse.
Ma guardate un po' il menù: anelli di cipolla fritti, parmigiana di cipolle (con cottura in barattolo che la lascia morbida e succosa), ziti con la genovese, agnello con cicoria e patate e crostatina con composta di cipolla, aglio e cannella... insomma il delirio goloso della cipolla ramata!
Un assaggio di panettone alla cipolla anticipa l'incontro, nel pomeriggio, con diverse aziende del territorio che presentano a noi (ormai convinti di essere eletti e fortunati) una serie di altri prodotti a chilometro zero: la soppressata del Salumificio Montecalvanese, i torroni di DolciTerre, i vini della Tenuta CavalierPepe, i biscotti al vino Lialà, l'olio dell'azienda De Marco.
In attesa di organizzare un viaggio enogastronomico nella verde Irpinia, vi ricordo che siete invitati a degustare tutti i prodotti che vi ho raccontato alla fiera dell'alimentazione TuttoFood.it a Milano dal 3 al 6 maggio e all'EXPO nel padiglione dedicato all'Irpinia.

venerdì 12 luglio 2013

Keep in touch on social media!


Ecco cosa ho sui fornelli in questo periodo! Libri... esami... studio... quindi il blog al momento va un po' a rilento per problemi, diciamo, "tecnici".

Seguitemi però sulle mie pagine   Facebook   o  Twitter  o  Instagram  dove riesco a postare "in tempo reale" tutte le mie scorribanderie enogastronomiche!!

sabato 30 marzo 2013

Pan Colomba Brioche... e buona Pasquetta!

A pasquetta è di rigore la gita fuoriporta. Non importa che piova o ci sia il sole, ogni anno ci si organizza sempre per la scampagnata, come se fosse piena estate. E chiaramente si preparano i viveri da picnic: di tutto e di più, compresi gli avanzi di Pasqua con l'immancabile colomba riciclata. Beh io riciclo, si fa per dire perché l'ho preparata appositamente, la colomba della colazione di Pasqua. Un bella, grande, deliziosa colomba salata da farcire e condividere con gli amici... ah non dimenticate il coltello grande per dividerla :)
Ingredienti ed esecuzione qui.... e buona pasquetta!

Pan Colomba Brioche... e buona Pasqua!

Per la colazione di Pasqua quest'anno ho voluto sulla tavola tutti i cibi simbolo della tradizione: le uova prima di tutti, gli affettati e la colomba. Invece della colomba dolce però, ho voluto sperimentare una ricetta salata. Volevo un impasto facile da realizzare, da poter preparare e infornare tranquillamente un giorno prima, senza impazzire per una settimana, e che ricordasse, per consistenza e aspetto, la colomba classica. L'impasto è simile a un panettone gastronomico, come il pan brioche o il pan canasta. Farcito con le uova e il salame corallina è delizioso e accompagna i sapori senza coprirli.
Ho realizzato delle colombe monoporzione utilizzando i contenitori classici piccoli, quelli da 100 grammi. In questo modo ogni commensale potrà farcire la propria come desidera e gustarla... dalla testa alla coda :)
Buona Pasqua a tutti!
P.S.: con le quantità date sotto, ho realizzato due colombe piccole e una più grande, da 750 grammi, da farcire per il pic nic di Pasquetta.

Ingredienti:
525 g di farina
150 g di burro
6 uova
mezzo bicchiere di latte
1 cucchiaio di zucchero
1 bustina di lievito di birra liofilizzato
due pizzichi di sale
fiocchi di avena
semi di girasole
semi di papavero

In una ciotola capiente mettete la farina e mescolata con il lievito (oppure seguite le indicazioni sulla confezione del lievito se diverse). Unite tutti gli altri ingredienti e lavorate l'impasto con energia per qualche minuto, fino a che risulti ben amalgamato, senza grumi e abbia preso consistenza. Dividetelo nei contenitori e metteteli a lievitare, coperti da pellicola e da un panno, in un luogo tiepido, per almeno due ore. Accendete il forno, scoprite le colombe, cospargetele con i fiocchi e con i semi, e infornatele a 175° per 30' circa, finché saranno ben dorate in superficie. Fatele raffreddare e farcitele a piacimento.

Note:
- si conservano per paio di giorni avvolte in un foglio di alluminio e un panno. Se le conservate per più giorni potrebbero risultare un po' asciutte.

mercoledì 27 marzo 2013

Come l’arte per il cioccolato!

Arte, passione e cioccolato nel vernissage di venerdì scorso. Protagonista  Walter Musco della pasticceria Bompiani. Niente quadri, né dipinti!  Solo e soltanto sorprendenti uova di cioccolato. Con un passato da gallerista e una carriera da pasticcere, Walter Musco ha trasformato le uova di Pasqua in opere d’arte ispirate ai grandi artisti del ‘900: da Pollock a Fontana, alle immagini del nostro cinema fino a vere e proprie provocazioni fetish.
La grande passione e il talento di Walter hanno preso forma davanti ai nostri occhi quando, per nostra immensa gioia e curiosità,  ci ha condotti nel suo laboratorio e ci ha regalato un piccolo momento di arte pura, esibendosi per noi in un “action painting” declinato al cioccolato.
Ed ecco un “Pollok” con tutte le sue varianti di colore materializzarsi da una sorta di “cerimonia” della cristallizzazione del burro di cacao.
E ancora un “Fontana” con la tecnica affinata dal maestro che rende il rigido cioccolato “docile” come una tela di velluto.
Ma non vi aspettate solo uova nella pasticceria. Vi consiglio di visitare la mostra sorseggiando un ottimo cocktail, con qualche stuzzichino o gustando una monoporzione tra i vari, oserei dire lussuriosi, dolcetti… come ho fatto io :)
Le uova saranno in mostra fino al 31 marzo presso:

Pasticceria Bompiani
largo benedetto bompiani, 8-9-10.
00147 roma. rm. italy
Tel. 06.51.24.103
info@pasticceriabompiani.it

mercoledì 13 febbraio 2013

Cuori red velvet

Ed eccoci al nostro appuntamento con S. Valentino. Inutile pensare di essere o fare qualcosa di originale. A S. Valentino puoi pensare a tutto ma tanto, alla fine, esce fuori sempre il cioccolato, il colore rosso e la forma del cuore. Quindi inutile ribellarsi, piuttosto approfitto e faccio una cosa che volevo fare da tempo: l'impasto della red velvet di Buddy Cake Boss. E' la torta rossa per eccellenza, un classico dell'America del Sud e altrettanto popolare a Hoboken. Quando l'ho assaggiata la prima volta ho pensato fosse buonissima e che si sarebbe abbinata bene anche con il cioccolato. Per questi dolcetti ho fatto alcune prove dimezzando e aggiustando un po' le dosi e ne ho ricavato dei bei cake pops a forma di cuore per una cenetta intima, ma prometto che presto farò la vera Red Velvet!

Ingredienti:
(per 2 persone)

150 g di burro o margarina
200 g di zucchero
3 g di cacao in polvere
6 ml di colorante liquido per alimenti rosso
225 g di farina 
1 pizzico di sale
1 bustina di vanillina
1 cucchiaino di bicarbonato di sodio + 1 cucchiaino di aceto bianco
oppure mezza bustina di lievito per dolci
2 uova
250 ml di latte
100 g di cioccolato fondente poco amaro
40 g di burro

In una ciotola mettete il burro a temperatura ambiente, lo zucchero, il cacao, il colorante, la farina, il sale, la vanillina, il bicarbonato e l'aceto oppure il lievito e mescolate.  Aggiungete uno alla volta le uova e infine il latte. Mescolate bene ancora per due minuti e versate il composto in due tortiere di piccolo diametro o una da 26 cm. Mettete in forno già caldo a 170°C per 25 minuti circa controllando la cottura inserendo uno stecchino e assicurandovi che esca asciutto. Fate raffreddare la torta. Nel frattempo in un pentolino fate fondere il cioccolato e il burro a bagnomaria. Con un coppapasta a forma di cuore ritagliate alcune forme, infilate alla base uno stecco da cake pop (o uno stecco da spiedino). Con una spatola spalmate la superficie dei cuori con il cioccolato tiepido e lasciate raffreddare.



venerdì 11 gennaio 2013

Tortino di cous cous al cioccolato

Avete presente quando prende la voglia di cioccolato? Quella voglia di qualcosa di morbido e cioccolatoso? Questa via di mezzo tra un tortino e un budino è quello che fa al caso mio! Delizioso, semplice e veloce da preparare. 
Voi direte: il cous cous che c'entra con il cioccolato? C'entra, c'entra.. provare per credere!!

Ingredienti:
(x 4 pirottini circa)

60 g di cous cous precotto
200 g di latte caldo o acqua
20 g di farina di marnorle
40 g di zucchero
60 g di cioccolato fondente non troppo amaro
20 g di fecola
10 g di cacao amaro in polvere
1 pizzico di cannella 
pirottini

In un pentolino, scaldate 200 g di latte o acqua con lo zucchero, aggiungete il cous cous e mescolate bene. Aggiungete la farina di mandorle e il cioccolato fondente (io ho usato un 65%) spezzettato, mescolando fino a che si sarà sciolto. Unite ora il cacao, il pizzico di cannella e mescolate per farlo amalgamare bene. In ultimo, miscelate la fecola con l'acqua fredda e unitela al composto. Rimestate fino anche prenda calore, quasi a bollore e togliete dal fuoco. Le quantità di acqua e/o latte potrebbero cambiare leggermente, a seconda del cous cous che usate. Il composto finale deve risultare morbido e soffice. Se vedete che il composto risulta eccessivamente asciutto, aggiungete un po' d'acqua calda.
Dividete il composto negli stampini e fatelo raffreddare in frigo.

Note: 
- se non avete la farina di mandorle non importa, è buono lo stesso.
- preparatelo nella versione senza latte e i vostri ospiti vegani rimarranno piacevolmente sorpresi.


domenica 23 dicembre 2012

Panettone senza latte e burro

Che voglia di panettone ma con il quantitativo di burro che contiene il panettone tradizionale, per me è sempre un sacrificio e per molte persone un vero dolce proibito.
Quest'anno ho deciso di sperimentare. Ho cercato di provare la ricetta tradizionale del panettone ma sostituendo il burro con un olio di semi. Certo so che non è esattamente la stessa cosa ma volevo ottenere un dolce più simile possibile a un tradizionale panettone. In commercio ci sono parecchi prodotti confezionati senza latte e derivati ma devo dire che non sono una gran colsolazione.. meglio provare a farlo da sé. Riuscirò nell'impresa? Ho pensato: "è un'impresa assurda! Ci vogliono tantissime ore di lavoro... forse lascio perdere, ho così poco tempo.. andrà a finire che ci lavorerò di notte :( "
Invece devo dire che con un po' di organizzazione sono riuscita a cavarmela. Ho adattato un poco i tempi di lievitazione ai miei orari e semplificato un poco la ricetta, e non è andata male.
Il risultato è stato un panettone ben lievitato e alveolato anche se non molto elastico... comunque una bella soddisfazione!

Ingredienti
ricetta tratta da: "Grande enciclopedia illustrata della gastronomia"

per la biga
90 g di farina forte
1 g di lievito secco
75 g di acqua
1 cucchiaino di malto d'orzo (o miele)

per il panettone
400 g di farina
130 g di olio di semi
130 g zucchero
4 cucchiai di acqua
1 uovo intero
3 tuorli
100 g di uvetta
60 g di cedro candito
2 arance non trattate
sale

1° impasto
200 g di farina
70 g olio di semi
70 g zucchero
1 uovo

2° impasto
200 g di farina
60 g di olio di semi
60 g zucchero
3 tuorli
100 g uvetta
scorza di 2 arance

per la glassa
1 albume di un uovo piccolo
80 g di zucchero
40 g di farina di mandorle
10 g di amido

Iniziate con la biga, mescolando, in una ciotola, 60 g di farina con il lievito secco (1 grammo corrisponde a circa mezzo cucchiaino da caffé). Aggiungete 50 g d'acqua, il malto e impastate. Coprite con pellicola e lasciate lievitare per 8 ore, in luogo protetto (io l'ho messo nel forno con sportello chiuso e spento)
Trascorso il tempo, sarà aumentato notevolmente di volume e areato.
Rinfrescatelo reimpastandolo con 30 g di farina e 25 g di acqua a temperatura ambiente.
Lasciatelo lievitare per 6 ore poi procedete con il primo impasto
Sistemate gli ingredienti nella ciotola e unite la biga. Impastate gli ingredienti molto bene e a lungo facendo amalgamare la biga e il resto fino a ottenere un impasto omogeneo e ben elastico
Se avete l'impastatrice sarà tutto molto più semplice: programmatela per impastare per 5 minuti circa.
Coprite la ciotola con la pellicola e lasciate lievitare per 6-8 ore, dopodiché avrete un impasto molto areato

Proseguite con il secondo impasto: aggiungete gli ingredienti del secondo impasto e ripetete l'operazione per amalgamare i due impasti. Ora mettete l'impasto direttamente nel contenitori da panettone (io l'ho diviso in due parti e l'ho messo in due contenitori da panettone da 500 g ma se volete potete usarne uno da 1 kg).
Fate lievitare  per 6 ore senza coprire con pellicola in modo che formi una "pellicina" che reggerà la glassa.
Preparate la glassa mettendo tutti gli ingredienti in un mixer, così come ci insegna Cranberry, a cui mi sono ispirata, nel suo post su come realizzare il panettone glassato tradizionale.
Quindi disponete la glassa sulla superficie del panettone, decorate con mandorle se volete (si vede che io le avevo finite? :() e infornate (sul piano basso) per 10 minuti a 200° C. Poi portate la temperatura a 175° e cuocete ancora per 45 minuti circa.
Una volta cotti, fateli raffreddare a testa in giù per almeno 8 ore. Questa operazione è in genere fatta trafiggendo la base del panettone con due ferri, tipo quelli della calza, e mettendolo in un contenitore che possa tenerlo sospeso. Io, più semplicemente, ho usato dei contenitori un poco più grandi del peso previsto, quindi l'impasto non ha raggiunto la superficie e li ho potuti girare senza rovinare il panettone.

I tempi di lievitazione possono essere un po' dilatati o ristretti per essere adattati ai propri orari ma non quelli l'ultima lievitazione.
Mettete il panettone in un sacchetto di plastica e chiudete. Si può conservare per alcuni giorni... e tanti auguri a tutti!

venerdì 14 dicembre 2012

Bicchierini di polenta e carote.. sempre col ciuffo


Rimaniamo in tema di cucina sostenibile. Protagoniste sempre le carotine con il ciuffo (vedi il precendente post). Mentre le carote si conservano molto bene e a lungo, se poste a basse temperature, le foglie non fanno altrettanto. Infatti le carote vengono, in genere, vendute senza foglie e in confezione. Delle belle foglie, verdi e fresche indicano che le carote sono state raccolte da poco tempo e quasi sicuramente provengono da coltivazioni non troppo distanti. Questo è uno dei modi che ci aiutano a capire come rispettare alcune delle "regole" della cucina sostenibile: chilometro zero, stagionalità, utilizzo di tutte le parti dell'ortaggio ed evitare gli sprechi.
Questa volta le mie carotine si sono trasformate in un piccolo aperitivo o antipasto vegano. Chiaramente ho usato le foglie come un ingrediente a tutti gli effetti e ho adoperato quelle più coriacee (che sarebbero state scartate) per decorare il piatto.

Ingredienti:
(per 4 bicchierini)

100 g di farina di polenta
2 carote
le foglie tenere delle carote
olio extravergine di oliva
aglio
sale

Pulite e scottate per 5 minuti le foglie tenere delle carote. Preparate la polenta. In un tegame portate 1/2 litro d'acqua salata. Versate a pioggia la farina di polenta e cuocetela fino a che si stacchi dalle pareti del tegame. Toglietene metà e aggiungete le foglie cotte e tritate alla polenta rimasta nel tegame. Mescolatela per 5 minuti ancora. Stendete entrambe subito su un piano, in uno strato di 1-2 cm e lasciatele raffreddare. Nel frattempo pulite e preparate le carote. Tagliatele a cubetti piccoli e mettetele in una padella con un filo d'olio, un pizzico di sale e uno spicchio d'aglio in camicia. Fatele stufare per circa 10-15 minuti mescolando spesso (evitate che friggano). Tagliate la polenta in modo da formare degli strati da sistemare nei bicchierini. Iniziate con lo strato con le foglie, disponete uno strato di carote e continuare con uno strato di polenta semplice. Terminate con le carote e decorate con le foglie fresche delle carote.

con questa ricetta partecipo a "I magnifici 20 contest" di Tuttofadado



venerdì 7 dicembre 2012

Involtini con carote dal ciuffo

Sono sempre felice quando trovo le verdure fresche appena colte, soprattutto quanto si tratta di carote. Le troviamo sempre in confezione o in sacchetto (senza considerare quelle in busta, già cotte o in scatola). Ieri le ho trovate fresche, sfuse e con tutto il ciuffo. Non tutti sanno che la parte verde delle carote si può magiare... anzi è gustosissima. Si usano le foglie più tenere che sono delicate e molto aromatiche. Si possono preparare ottime frittate e minestre ma con un po' di fantasia si possono utilizzare in diverse preparazioni, sia come erbette che come aromatiche. Un bel  modo per utilizzare tutte le parti della carota ridurre gli scarti e fare un bel gesto per l'ambiente... e perché no, anche per il portafogli.

Ingredienti:
(x 2 persone)
mezzo petto di pollo in fette
mollica di due fette di pane
2 cucchiaini di capperi sotto sale
2 carote con ciuffo
semi di cumino (o finocchio)
1 foglia di alloro
farina
1 bicchiere scarso d'acqua o vino bianco
olio extravergine di oliva
sale

Pulite e affettate il petto di pollo in fette molto sottili o fatelo fare dal macellaio. Dissalate i capperi lasciandoli in acqua per almeno 15 minuti. Nel frattempo pulite le carote e le foglie tenere del ciuffo. Tritate il ciuffo. Dividete le carote a metà per la lunghezza e riducetele a banstoncini. Sbriciolate la mollica del pane e conditela con le foglie tritate, i capperi scolati e tritati (non aggiungete sale). Stendete le fette di pollo, distribuite un poco di pane e due o tre bastoncini di carota orizzontalmente. Arrotolate le fette e se sono abbastanza sottili, non serve lo stecchino per fermarli. Infarinateli e sistemateli in una padella con un filo d'olio. Aggiungete un cucchiaino scarso di semi di cumino (o di finocchio se preferite) e una foglia di alloro spezzettata. Quando sono leggermente coloriti, aggiungete un bicchiere scarso d'acqua (se volete un gusto delicato) o di vino bianco (se volete un gusto più intenso). Lasciateli cuocere per dieci minuti, fino a che il liquido si sia ridotto e formato la salsina. Servite subito.

Note: potete preparare gli involtini in anticipo e finire la cottura, sfumando col vino, all'ultimo momento.

stampa il post

Print Friendly and PDF
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...